turf (tûrf)
Slang
a. Un area geografica; un territorio
b. Una zona rivendicata da una persona come proprio territorio

Premessa

Non c'è niente di più potente della verità. Ma la verità è a volte difficile da scovare. Specialmente quando si raccontano storie. O senti la versione dei fatti di chi ha vissuto una storia in prima persona, oppure è complicato sapere come siano andate realmente le cose. Questo è ciò che Turf aspira a fare; raccontare storie vere di persone che le hanno vissute o che ne erano coinvolte, raccontare eventi che hanno cambiato la loro vita. Turf è la proposta per una serie televisiva su di un evento nella vita di un soggetto ordinario, un evento che ha cambiato la sua vita per sempre. Immaginate un evento straordinario in una vita ordinaria. Come un incontro, un momento particolare, una parola possano portare cambiamenti radicali. Senza dimenticare il quartiere, il turf, luogo che farà da sfondo alle nostre storie, da sentire oltre che da guardare.

Struttura

Le storie vere sono raccontate da personaggi reali. Gli eventi del turf sono raccontati da persone che li hanno visti accadere. Testimoni reali che spiegano cosa ricordano di alcuni eventi. Potrebbe essere il poliziotto che ha seguito un caso, una donna che ha visto tutto da una finestra. Turf racconta ciò che è successo in una determinata location. Grazie all'interpretazione dei fatti da parte di attori professionisti, ricostruiremo le storie che ci verranno raccontate. Alcune volte però, saranno gli stessi protagonisti originali a calare, interpretare loro stessi. Se le storie avranno interpretazioni differenti, sarà lo spettatore a decidere a quale credere. Il soggetto di Turf ci racconta gli eventi come sono stati vissuti, ma l'ultima parola sarà quella del pubblico.

Locations

Stiamo cercando luoghi per girare nei vari quartieri popolati da Italiani negli Stati Uniti ed in Canada.

Primo Episodio

Joe Nieri aveva tre anni quando la sua famiglia è emigrata dall'Italia ad Arcata, in California. Come tutti gli immigrati, la famiglia Nieri era andata in cerca di migliori opportunità, e per 16 anni questa loro avventura all'estero, si rivelò la scelta giusta. Nel 1942, dopo che l'Italia dichiarò guerra agli USA, la famiglia Nieri diventò automaticamente nemica della gente nel proprio territorio. Oltre 600.000 Italiani negli USA dovettero registrarsi come "Alieni Nemici" e lasciare le proprie case. Il giorno che la famiglia ricevette l'ordine di sfratto dalla propria casa, la loro vita cambiò per sempre. A 19 anni, la vita di Joe venne messa sottosopra e le cose cominciarono a peggiorare di giorno in giorno. Lo stesso governo decise che Joe e suo fratello dovevano unirsi all'esercito ed andare a combattere in Italia, a nord di Roma. Entrambi furono feriti da schegge sparate da un mortaio. Finirono in un ospedale di Lucca, la loro città natale. Joe non ha mai dimenticato quale trattamento venne riservato a lui e alla sua famiglia dal governo Statunitense. Da quel giorno, ha lavorato incessantemente per far sì che il governo USA accettasse la colpa per le sue vicissitudini. Un viaggio di una vita cominciato ad Arcata, il Turf di Joe Nieri.

Secondo Episodio

Antonio Petracca è un artista di New York senza alcun interesse per le sue origini Italiane. Come molti italo–americani, era solo il nome a ricordargli che avesse antenati Italiani. Anche nelle sue opere non c'era alcuna traccia delle sue doppie origini. In seguito agli attacchi dell'undici settembre 2001, la vita e carriera di Petracca cambiarono per sempre. Il suo appartamento, proprio di fronte alle Torri Gemelle, venne danneggiato dalle esplosioni e Antonio dovette andare a vivere in un albergo per due mesi. In quel periodo potè osservare gli sforzi e le fatiche dei soccorritori attraverso le finestre dell'Hotel, che per lui rappresentavano un nuovo punto di vista. Dopo gli sforzi iniziali, l'umore della gente deteriorò e la voglia di aiutare il prossimo si trasformò in paura ed incomprensioni. Il risultato dell'attacco alle torri creò pericolosi stereotipi basati su etnie e religioni. Sterotipi così potenti che Petracca vide le sue motivazioni cambiare anche come artista. Ciò lo portò a realizzare ed analizzare come le sue origini Italiane fossero stereotipate dalla gente. La caricatura degli italo–americani negli USA è quella di personaggi di cui bisogna avere paura (vedi Il Padrino, Goodfellas, Sopranos etc). Petracca decise di fare una ricerca approfondita ed incorporare le sue scoperte nella sua arte. Torna quindi in Italia per scoprire le sue radici, si ferma a Pompei e poi si dirige a Palermo. Sul Vesuvio pensò a come le ceneri dell'eruzione fossero simili a quelle delle Twin Towers. La sua tecnica divenne quella di dare una nuova prospettiva sugli Italo–Americani, e come questi sono visti da altri membri della società. Questo cambio di punti di vista è il risultato di una tragedia avvenuta un giorno di Settembre a New York City, il Turf di Antonio Petracca.

Terzo Episodio

Joe Avati era il classico uomo medio–borghese che stava per iniziare una carriera come scienziato alimentare, quando accadde qualcosa di strano. Joe si trovava ad un evento di beneficenza quando raccontò un aneddoto su sua nonna. Joe era il classico tipo che racconta storie buffe per far ridere la sua famiglia, ma quello scherzo in particolare diede inizio ad una serie di eventi che cambiarono la sua vita per sempre. Joe, un italiano di prima generazione di Reggio Calabria, era cresciuto a Sydney, in Australia assieme ad altri 1.2 milioni di connazionali. L'infanzia di Joe potrebbe essere compresa solo da altri immigrati italiani e dai loro figli. La sua educazione fece anche sì che Joe avesse una visione del mondo abbastanza singolare. La sua trasformazione da Laureato con il massimo dei voti alla facoltà di Scienze, fino a diventare poi "Stand-Up Comedian" (comico cabarettista) avvenne nel giro di poche ore. Dopo l'aneddoto raccontato alla serata di beneficenza, comincia a circolare la voce di un giovane che raccontava battute e storie sugli Italiani, e molta gente se ne interessò. Lo spirito d'osservazione di Avati viene paragonato a quello di Jerry Seinfeld (comico newyorkese molto famoso). Le sue battute sono ispirate agli eventi della sua famiglia italiana, ed alle sue esperienze da bambino. I personaggi menzionati da Avati sono universalmente ritrovati nelle famiglie italiane, ed è questo il motivo per cui gli spettatori si identificano con facilità nelle sue gag. Avati non usa un linguaggio scurrile né stereotipi nelle sue performance. Parla in dialetto calabrese e un po' in inglese, che insieme creano uno stile inconfondibile ed unico. Nel 2006 raggiunge l'apice della sua carriera. Registra il tutto esaurito negli Stati Uniti, Australia, Canada ed Inghilterra dove i dvd delle sue esibizioni scalano le classifiche. Adesso un suo film è in pre–produzione e racconta l'esperienza di crescere a Sydney, in Australia, il Turf di Joe Avati.